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venerdì 16 giugno 2017

Quei "cattolici per il clima" che non vorrebbero l'estrazione del gas dal lago Kivu

Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, titolava qualche giorno fa con una certa enfasi "Cattolici in prima fila nel dire addio alle fonti fossili", per dare conto delle ultime  istituzioni cattoliche che hanno fatto la scelta di disinvestire da società attive nello sfruttamento di fonti fossili di energia, carbone, petrolio e gas. A livello internazionale tali associazioni si riconoscono nel Movimento cattolico per il clima che riunisce 100 organizzazioni impegnate sul tema.
Anche solo con riferimento specificatamente all'utilizzo del gas, rimane sempre attuale questo intervento che il premio Nobel per la fisica, Carlo Rubbia, fece in un'audizione al Senato italiano nel novembre del 2014. Tesi riproposte anche in questa intervista a L'Espresso (clicca qui).
Per quel che ci interessa, ai tanti firmatari dell'appello, oltre agli immancabili gesuiti alla page purtroppo anche qualche ordine missionario,  pronti a raccogliere gli applausi dei media mainstream, ma ben lontani dall'interrogarsi nel concreto sulle conseguenze dei loro gesti, vorremmo girare questo interrogativo: fosse per voi l'investimento del Rwanda nell'estrazione del gas dal lago Kivu quale volano per lo sviluppo della società rwandese può proseguire o gli investitori coinvolti nell'impresa dovrebbero ritirare i loro investimenti?
Gradito un semplice sì o no.

 . 

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