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lunedì 19 giugno 2017

Non di solo pane vive l’uomo: a Nyinawimana sorgerà un nuovo monastero per le clarisse

La comunità di Kamonyi
A fronte del deserto vocazionale che caratterizza la gran parte dei monasteri di clausura italiani ed europei, in Rwanda si assiste ad una vera e propria primavera vocazionale con giovani rwandesi che sempre più numerose  chiedono di accedere alla clausura. E’ il caso del  Monastero delle Clarisse di Kamonyi, a pochi kilometri da Kigali sulla strada per Butare, fondato agli inizi degli anni ottanta da due suore italiane, Suor Giuseppina e suor Miriam, inviate in terra rwandese dalla comunità delle clarisse di Assisi. Negli anni la comunità ha avuto un provvidenziale sviluppo.Sono  ben 45 le suore presenti in convento, anche se non sono le uniche vocazioni nate in questi anni, perché man mano che la comunità cresceva, veniva data vita ad un’altra comunità dapprima in Rwanda e poi una nel Burkina Faso, che con il tempo si sono date una articolazione autonoma. Senza dimenticare le 7 sorelle inviate in Italia, al seguito della consorella delle origini, suor Miriam, che presiede  una comunità monastica con altrettante consorelle italiane, a Matelica nelle Marche. 
La collina di Nyinawimana dove sorgerà il nuovo monastero
Poichè il vecchio monastero non è  più in grado di accogliere le giovani rwandesi che sempre più numerose chiedono di poter abbracciare la vita monastica, la comunità guidata da Madre M. Letizia Mukampabuka, subentrata dal 2015   alla fondatrice  suor Chiara Giuseppina Garbugli,  ha deciso di dare vita a un nuovo monastero.  Madre M. Letizia  e suor Chiara Giuseppina, che da vicaria partecipa con giovanile entusiasmo a questa nuova sfida,  hanno  trovato in mons Servilien Nzakamwita, vescovo di Byumba, un interlocutore disponibile ad accogliere nella propria diocesi una nuova comunità claustrale. Dopo diversi sopralluoghi, il sito dove dovrà sorgere il nuovo monastero è stato individuato sulla collina di Nyinawimana, dove fino al 1994 era attiva una comunità di frati francescani.Sui terreni messi a disposizione dalla diocesi, sorgerà inizialmente una struttura atta ad accogliere le prime  monache, una decina, che saranno chiamate, nel tempo, a dare vita a una  nuova comunità. Il progetto predisposto prevede appunto la realizzazione di una prima struttura, dal costo complessivo che si aggira attorno ai 150 milioni di Frw, circa 160.000 euro, che in futuro con lo sviluppo della comunità monastica e delle strutture di accoglienza potrà diventare una sorta di foresteria per persone desiderose di momenti di raccoglimento e di preghiera. Il progetto, sicuramente importante, richiede un significativo impegno finanziario che la comunità delle clarisse affida alla Provvidenza che si manifesta anche per il tramite dei  benefattori e degli amici. E' una sfida che non dovrebbe lasciare indifferenti le tante associazioni e gruppi che nella diocesi di Byumba operano da anni in diverse iniziative di carattere sociale nei più diversi ambiti, perchè anche la missione contemplativa e di preghiera delle clarisse merita un convinto sostegno, al pari delle tante opere fin qui portate a termine in loco. 
Perchè, come autorevolmente auspicato  da un grande figlio dell'Africa, il card. Robert Sarah, "quasi tutte le organizzazioni caritative in Africa sono impegnate unilateralmente ed esclusivamente nella risoluzione delle situazioni di povertà materiale, ma l’uomo non vive di solo pane",  bisogna quindi " incoraggiare a continuare a costruire chiese e seminari e a fornire aiuti per la formazione di sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi”.
Per questo l’Associazione Kwizera onlus, che proprio sulla collina di Nyinawimana ha dato vita a diverse iniziative, a partire dal terrazzamento della collina, facendo proprio l’appello delle suore del Monastero delle Clarisse di Kamonyi  intende promuovere il progetto Non di solo pane vive l’uomoproponendo ai tanti benefattori che operano nella diocesi di Byumba di dare vita a un progetto unitario, destinando all'edificazione del nuovo monastero  una quota minima delle somme che annualmente portano in Rwanda. Per l'anno in corso, l'Associazione Kwizera ha destinato al progetto una somma pari al 5% dei fondi destinati al Rwanda.La speranza è che questo esempio  possa essere seguito  anche dalla tante associazioni italiane e straniere attive nella diocesi, in modo che il piccolo contributo di ognuno possa consentire  una grande realizzazione. Chiunque voglia raccogliere questa sfida potrà segnalare la propria disponibilità prendendo contatto con Madre M. Letizia  all’indirizzo: clarisseskamonyi@yahoo.fr.

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