"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 27 gennaio 2016

Il Rwanda meglio dell'Italia nell'indice di percezione della corruzione (CPI)

L’indice di percezione della corruzione (CPI) di Transparency International offre la misurazione della corruzione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel Mondo. 
Nella ventunesima edizione del CPI pubblicata oggi, il Rwanda si classifica al 44° posto con un punteggio di 54 su 100, mentre l’Italia si classifica al 61° posto nel Mondo, con un voto di 44 su 100. 
Il Rwanda nel CPI 2014 era  55° su 175 con uno score di 49 su 100.Rispetto allo scorso anno si assiste quindi ad un miglioramento nel giudizio sul Rwanda , che infatti guadagna cinque punti (da 49 a 54) e 11 posizioni nel ranking mondiale (da 55 a 44). L’Italia invece guadagna un punto (da 43 a 44) e 8 posizioni nel ranking mondiale (d a 69 a 61). Pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti, la posizione dell’Italia rimane purtroppo in fondo alla classifica europea, seguita solamente dalla Bulgaria e dietro altri Paesi generalmente considerati molto corrotti come Romania e Grecia, entrambi in 58° posizione con un punteggio di 46. 
All’interno degli ecosistemi mondiali vale la pena di sottolineare il crollo del Brasile, duramente colpito dal caso Petrobras, che ha perso 5 punti ed è passato dal 69° posto al 76°, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest’anno come i due Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.

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