"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 30 ottobre 2015

Nasce (fra qualche perplessità) la seconda banca rwandese

Il gruppo finanziario internazionale Atlas Mara ha annunciato ieri d’aver perfezionato gli accordi per  l’acquisizione di una quota di maggioranza della Banque Populaire du Rwanda. Secondo un comunicato dell'acquirente, "una volta che questo passaggio sarà completato, Mara Atlas intende fondere BPR e BRD Commercial Bank, la banca rwandese acquisita da Atlas nel 2014. pervenendo a detenere il 62% della nuova entità. Il residuo del capitale sarà detenuto da Rabobank, attuale azionista al 35% di BPR, e da altri attuali azionisti di BPR.  A operazione conclusa, dopo le autorizzazione delle autorità di vigilanza bancaria locali,  la nuova banca, che conserverebbe il nome di Banque Populaire, sarebbe il secondo operatore bancario del paese, dietro la Banca di Kigali, con un totale attivo di $ 246.000.000 al 30 giugno 2015. Per valutare la bontà dell’operazione merita spendere due parole sul protagonista dell’operazione, il gruppo Atlas Mara. Il gruppo  è stato fondato a Londra nel 2013  dal chiacchierato ex amministratore delegato della britannica Barclays, Bob Diamond, uscito di scena forzata dopo lo scandalo Libor, e dall’imprenditore di origini ugandesi, Ashish Thakkar, con l'ambizione di costruire un gruppo bancario panafricano. La holding, con una dotazione di 625 milioni di dollari raccolti fra investitori istituzionali e fondi,  da allora ha preso il controllo del gruppo BancABC Botswana, detiene una quota di minoranza in Union Bank of Nigeria e partecipazioni in Tanzania e Mozambico e, proprio ieri, ha perfezionato  l’acquisizione del controllo totale del capitale di Finance Bank Zambia, il sesto istituto bancario del paese. La gestione del gruppo ha sollevato qualche perplessità nella stampa finanziaria mondiale, si veda al riguardo questo articolo de The Wall Street Journal. Non convince del tutto anche la natura meramente finanziaria della capogruppo, il cui intervento si colloca a un livello  ben diverso da quello che potrebbe fornire, anche in termini di know how, un partner bancario storicamente consolidato. Al riguardo, sarà interessante guardare anche alle future mosse della Rabo Bank, socio di minoranza della nuova BPR, per capire come e per quanto rimarrà nell’azionariato della nuova banca a fianco dell'ingombrante socio di maggioranza. 

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