"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 25 maggio 2015

Rwanda, Burundi e il terzo mandato presidenziale

Il campo profughi di Mahama
In Burundi la decisione del presidente uscente Pierre Nkurunziza  di ricandidarsi per un terzo mandato, espressamente escluso dalle norme costituzionali, ha provocato aspre contestazioni dei partiti di opposizione, della società civile e una presa di posizione dei vescovi cattolici, senza dimenticare il tentativo di golpe militare stroncato dalle forze lealiste. Circa una ventina di persone sono morte durante le proteste anti-governative dell’ultimo mese che hanno portato a scontri con la polizia e con l’esercito; da ultimo, una figura di spicco dell'opposizione, Zedi Feruzi, leader di un partito di opposizione, è stato ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Bujumbura sabato scorso.Decine di migliaia di burundesi hanno lasciato il paese per paura della ritorsioni dei gruppi paramilitari che sostengono il presidente, trovando rifugio nei paesi vicini: Tanzania, Rwanda e Repubblica democratica del Congo. Il solo Rwanda ha accolto oltre 25 mila rifugiati: nel solo campo profughi di Mahama allestito dall’UNHCR, l’agenzia per i rifugiati dell’ONU, ne sono stati censiti oltre 23.000.
Diverso è l’approccio rwandese alla possibilità di un terzo mandato presidenziale, anche qui escluso dalle previsioni costituzionali, in occasione delle prossime elezioni presidenziali previste per il 2017 ( leggi qui).Da tempo si sta preparando il terreno per consentire al presidente uscente Paul Kagame di ripresentarsi per la terza volta, senza violare la costituzione.Dapprima, attraverso una ben congegnata campagna di comunicazione, si è fatta passare nell'opinione pubblica l’insostituibilità di Kagame ( anche se almeno un altro candidato autorevole avente tutti i requisiti ci sarebbe, almeno a nostro avviso) alla guida del paese per garantire, nella sicurezza, la continuità della guida di governo che ha portato i risultati positivi, unanimemente riconosciuti, a livello di sviluppo economico. Quindi, si è individuata in una revisione della carta costituzionale la possibile scappatoia per sottrarsi dalle accuse di violazione dei principi costituzionali che potrebbero piovere dalla comunità internazionale. Così proprio in questi giorni, dopo che erano state avanzate proposte di un referendum per la modifica della costituzione da parte di diversi partiti fiancheggiatori del FPR, da ultimo il  Liberal Party,  è stata presentata al parlamento la richiesta  sottoscritta da 250.000 giovani perché il Parlamento indica un referendum per la modifica dell'articolo 101 della Costituzione, che limita appunto a due soli mandati di sette anni la permanenza in carica del capo dello Stato.Finora, dicono fonti del Parlamento, circa tre milioni di rwandesi hanno sottoscritto una petizione alla Camera sullo stesso argomento.

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