"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 15 novembre 2014

Inizia lunedì il VII Congresso Mondiale per la pastorale dei migranti

Cooperazione e sviluppo nella pastorale delle migrazioni” è il tema scelto per il VII Congresso Mondiale per la pastorale dei migranti che vedrà riuniti quasi trecento esperti del settore, provenienti da 93 Paesi dei 5 continenti, dal  17 al 21 novembre presso la Pontificia Università Urbaniana a Roma.Un confronto internazionale sulle strategie già in atto e ancora da attuare, nei riguardi di un fenomeno, quello delle migrazioni lavorative, in continua crescita. Anche quest’anno, come ogni cinque anni, l’evento è promosso e organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. I lavori si apriranno lunedì 17 novembre alle ore 17.30 con l’intervento del card. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio, che solleciterà i partecipanti a dare risposte adeguate alle problematiche che la migrazione lavorativa comporta, e si concluderanno venerdì 21 novembre alle 12.00 con l’Udienza con papa Francesco.Un incontro per dare risposte adeguate al fenomeno della migrazione economica e per promuovere il potenziale sociale che i popoli in movimento portano alla Chiesa e all’intera comunita'. Sara' presente anche una delegazione del Rwanda di cui farà parte don Paolo Gahutu.


 Così ' l'agenzia Zenit presenta i contenuti del Congresso.
Tre gli aspetti che verranno trattati: la diaspora, i migranti come partner in un contesto di sviluppo e la dignità umana. L’incontro sarà l’occasione per studiare le diverse situazioni che il fenomeno della migrazione comporta e consolidare le modalità da utilizzare per sfruttare al meglio le risorse che la diaspora offre per il progresso della collettività.I migranti intessono un’importante rete di scambio culturale tra differenti Paesi; si spostano per il mondo carichi di bagagli di sapere e tradizioni sconosciuti ai popoli dei territori in cui approdano. Il Congresso vuole essere un’occasione per evidenziare le potenzialità di questo intreccio di culture, un’opportunità per far emergere le strategie di una collaborazione efficace e costruttiva delle parti coinvolte, la possibilità di guardare con occhi attenti al contributo positivo della diaspora. Le comunità di migranti si spostano con le loro famiglie, con tutte le bellezze e le problematiche che questo comporta. Durante il congresso verrà dato ampio spazio all’analisi di ogni singolo aspetto.Si parlerà della famiglia migrante come fonte di cultura della vita, bisognosa di un attento accompagnamento pastorale per sanare le ferite causate dall’abbandono delle proprie radici e per ridonare il valore dell’amore.Si affronterà la realtà della migrazione femminile, che rappresenta ormai quasi il 50% della popolazione migratoria; le donne oggi sono protagoniste e non si spostano più soltanto per il ricongiungimento familiare ma, sempre più spesso, anch’esse partono in cerca di migliori condizioni di vita.Si analizzeranno, inoltre, i problemi e le potenzialità legati alla migrazione giovanile; sempre più giovani si allontanano da casa per trovare lavoro e arrivano nei Paesi di accoglienza con tutte le loro fragilità e le loro aspettative.Il Congresso vuole offrire l’occasione per cogliere vantaggi e sfide del fenomeno migratorio puntando l’attenzione su diritti e identità dei migranti per garantire loro dignità e promuovere sinergie per costruire basi solide per il futuro.

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