"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 17 ottobre 2014

Il contributo della Chiesa rwandese al Sinodo a sostegno della famiglia

Usciti frastornati dalla lettura della  Relatio post disceptationem presentata lunedì mattina dal cardinale Péter Erdö, relatore generale del Sinodo, e in attesa che i dieci circoli minori, in cui e' stato discusso il documento, propongano la riscrittura di talune parti un po' " forzate", come quella relativa ai gay, è consolante leggere la relazione presentata al Sinodo dal presidente della conferenza episcopale rwandese (C.EP.R) mons.   Smaragde MBONYINTEGE, vescovo di Kabgayi.
Si tratta di un testo che rappresenta in termini realistici la situazione della famiglia rwandese, quella ordinaria che così poco spazio ha trovato nella Relatio, dove l'attenzione e' stata monopolizzata dalle situazioni anomale, anche quelle statisticamente irrilevanti come quelle dei gay. Quasi si fatica a pensare che tale intervento sia avvenuto in un consesso che ha poi licenziato la Relatio che ha fatto la gioia dei media mondiali per le sue impreviste aperture. Nella relazione del presidente della Conferenza episcopale rwandese si rappresentano, infatti, le proposte pastorali che la Chiesa rwandese mette in campo a favore delle famiglie che vogliono vivere, nell'ordinaria quotidianità, la propria unione alla luce della fede a fronte delle sfide della modernità. In proposito, la Chiesa rwandese ha messo in campo una serie di iniziative: dalla preparazione dei fidanzati al controllo delle nascite, tramite la diffusione dei metodi naturali, attraverso il servizio Action Familiale che ha raccolto se non l'apprezzamento da parte del governo almeno la tolleranza. Non poco di questi tempi in cui gli organismi e le Ong internazionali hanno la pretesa di infilarsi in camera da letto delle coppie. Non si tace delle sfide che arrivano dai matrimoni misti, in prevalenza con altre confessioni cristiane, e dal proliferare dei divorzi con il conseguente problema dei figli. Importante, a nostra avviso, la sottolineatura che mons. MBONYINTEGE  fa di un argomento fondamentale per l'equilibrio della coppia, quale il ruolo della donna in seno alla famiglia e alla conciliazione tra la sua legittima aspirazione a recitare un proprio ruolo nella società e nel lavoro e "l'inalienabile ruolo di madre di famiglia". L'auspicio del presule è che si possa riflettere "sull'equilibrio che va trovato tra la promozione femminile e la responsabilità materna della donna rwandese". Crediamo che questa sfida, che non riguarda la società rwandese ma in maniera più dirompente l'intero occidente, meritasse un adeguato spazio anche nella Relatio. Nella relazione del presidente della C.EP.R non si trova alcun riferimento all'omosessualità. Forse per questo il cardinale Walter Kasper, al quale era stata affidata la fase preparatoria del Sinodo, facendo il punto della situazione, si è lasciato andare, in un'intervista all'agenzia Fides che ha tentato goffamente di smentire (leggi qui), a giudizi non proprio eleganti sui vescovi africani che si erano opposti piuttosto vigorosamente a certe affermazioni contenute nella Relatio, soprattutto in materia di omosessualità. Kasper ha, infatti, sostenuto che – siccome in Africa e nei paesi mussulmani l'omosessualità è un tabù – è bene che i vescovi di quel continente si rassegnino a quel che decidono gli europei, trovando soluzioni locali alle loro riserve. Anche per questo siamo grati a mons.  Smaragde MBONYINTEGE per la sua testimonianza.

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