"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 17 aprile 2014

Ecco l'ultima canzone di Kizito Mihigo

Non si conoscono ancora  le prove di cui la polizia rwandese  dice di disporre  a sostegno dell'accusa formulata contro l'artista Kizito Mihigo di far parte di un gruppo terroristico intenzionato a sovvertire l'ordine costitutito. Da più parti viene però avanzato il sospetto che la vera causa che ha mosso le autorità contro l'artista sia da ricercarsi nella sua ultima canzone, intitolata Igisobanuro Cy'urupfu-Il significato della morte, di cui proponiamo il video e la traduzione  italiana (by Miki) del testo. E' estremamente difficile pensare che le autorità siano rimaste indifferenti di fronte  a una canzone in cui  si manifesta compassione per tutte indistintamente le vittime " anche loro esseri umani" della tragedia rwandese. Naturalmente la polizia ha smentito qualsiasi connessione tra l'uscita della canzone e i successivi provvedimenti restrittivi messi in atto contro l'artista.E' indubbio che siamo in presenza di un'operazione che potrebbe riservare qualche risvolto non previsto anche alle attente autorità rwandesi. Non sarebbe, infatti,  la prima volta nella storia che, imprigionato l'artista, la sua opera, in questo caso  una canzone, assurga a simbolo di resistenza politica.



Il significato della morte
Non c'è cosa peggiore della morte
Ma che percorso per noi 
un percorso verso il bene
il bene più grande
La morte è la porta che guida verso Dio il Creatore
Ma per fare in modo che quella porta si apra bisogna
che l'invocazione di Dio avvenga in kinyarwanda
Morire sarà la risposta all'invocazione di Dio
Nulla di simile a una "buona morte"
che sia per genocidio o guerra
macellati per vendetta
scomparsi in un incidente o per malattia
Questi cari estinti (queste amate morti) pregano per noi
Anche se il genocidio mi ha reso orfano 
non mi ha tolto assolutamente l'amore per il prossimo
le loro vite sono state brutalmente portate via
ma non sono state considerate un genocidio
questi fratelli e sorelle sono ugualmente esseri umani e io prego per loro
sono esseri umani e li conforto
sono esseri umani e li ricordo
La mia dignità e il mio amore
non sono radicate nella vita carnale nè nel possesso materiale
ma nella mia umanità, nell'essere uomo
Lasciamo che il mio essere rwandese sia preceduto da "io sono un essere umano"
La mia comprensione della Salvezza è il mio modo di vivere
Io sono stato salvato dalla fede
la fede che ho in Gesù Cristo
Quella Cristianità mi riempie e mi colma come rwandese
La Morte riunisce le persone con Dio
che le creò
e vive nell'amore sconfinato per il Padre
Quell'Amore che è la sete per cui anela la mia vita
Quell'Amore è la speranza di vita eterna
Quell'Amore è la direzione giusta verso la vita eterna
AMEN

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pare che abbia confessato di aver avuto contatto con cellule guerrigliere e di averlo fatto in cambio della nomina a ministro della gioventù dopo la sconfitta ( morte) di Kagame.
Purtroppo troppe organizzazioni religiose vogliono imporre la pax romana in Africa.

mbg ha detto...

Infatt, seguiamo con una certa curiosità gli sviluppi di una vicenda dai contorni ancora tutti da scoprire.
A proposito del richiamo alla pax romana ( degli antichi romani o vaticana?), francamente non riusciamo a coglierne il significato.