"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 2 dicembre 2013

Le potenzialità dell'acquacoltura nei laghi rwandesi

Impianto di acquacoltura a Muyanza
Attualmente in Rwanda si consumano circa 1,5 chilogrammi di pesce procapite su base annua,  il dato più basso tra i paesi dell’Africa orientale e molto al di sotto di quello dell'Africa subsahariana, che hanno medie stimate  di 6,7 kg e 16.6 kg, rispettivamente. Nonostante i bassi consumi, vengono però importate annualmente circa 10.000 tonnellate di pesce, a cui si aggiungono le circa 17.000 tonnellate di produzione ittica locale registrata  l'anno scorso.Completa il quadro il dato relativo al costo di un  chilogrammo di pesce, che  sul mercato locale ammonta a circa Rwf 4000, il doppio del prezzo della carne rossa.Di fronte a questi dati ben si comprende come cominci ad aumentare l’interesse per questa produzione, tenuto conto che a questi livelli di crescita della popolazione  la domanda di pesce dovrebbe crescere in maniera esponenziale, anche solo per allinearsi al consumo medio dell’area dell’est Africa, fino a raggiungere, nel 2020, un fabbisogno di oltre 100.000 tonnellate di pesce. Per questo, girando nelle campagne, sempre più di frequente ci si imbatte in impianti di acquacoltura, consistenti in grandi stagni artificiali, del tipo di quello rappresentato nella foto riportata qui  sopra che si riferisce a un impianto realizzato dalla parrocchia di Muyanza, in cui vengono allevate tilapie, il pesce maggiormente richiesto localmente. In realtà, i 24 laghi di cui è ricco il Rwanda, per una superficie di circa 1400 chilometri quadrati, con una temperatura dell’acqua ottimale per i pesci, offrono un potenziale spazio di sviluppo dell’acquacoltura che potrebbe essere sfruttato al meglio.Già da ora sono attive iniziative di acquacoltura basate sulla tecnica di allevare il pesce in grandi gabbie posate nell’acqua del lago, che gli acquacoltori locali hanno battezzato 'Kareremba'. La tecnica prevede gabbie galleggianti di varie dimensioni, all’interno delle quali i pesci  vengono nutriti artificialmente fino a quando raggiunta la dimensione desiderata, dopo circa sei mesi, vengono pescati per essere avviati alla commercializzazione. .Attualmente,  dopo il riscontro positivo venuto dalle sperimentazioni attuate sul lago Kivu, la piscicoltura con la tecnica delle gabbie  si sta diffondendo anche sugli altri laghi rwandesi, lago Muhazi compreso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La Tilapia nella pescheria fuori dal mercato di Kimironko a luglio costava 2500 fr al kilo. Esattamente come i tagli pregiati di carne.
Inoltre le Tilapie di allevamento sanno di terra. Peggio delle nostre carpe. Se vuoi mangiare una Tipapia o un Capitaine decente devi andare a Gyseni o comunque su un grosso lago. Sul Muhazi non ho mai mangiato, quindi non so.
Certo che a Kigali una Tilapia che non sappia di terra é introvavile. Nemmeno da Lando o al Nobleza o al 1000 colline.

mbg ha detto...

Forse il prezzo di Frw 4.000 si riferiva proprio al buon pesce proveniente dal lago Kivu, di cui il ministro competente stava parlando in un articolo apparso su The New Times.