"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 23 ottobre 2013

Rwanda: 405 richieste di autorizzazione a operare come confessione religiosa

La religione permea la totalità del popolo rwandese. Per oltre il novanta per cento i rwandesi si professano cristiani ( 56, 5% cattolici e 37% protestanti), con una minoranza mussulmana che non supera il 2% e con una residua presenza di professanti la religione tradizionale. A fianco del blocco omogeneo della chiesa cattolica esistono le principali confessioni protestanti, spesso frazionate in una galassia di piccole chiese facenti capo a un singolo pastore,  oltre a sette vere e proprie, a partire dalla più organizzata e famosa, quella dei Testimoni di Geova molto diffusi sul territorio rwandese. Tutte le organizzazione fondate su qualsiasi religione sono soggette alla legge rwandese n. 06/2012 che ne determina gli ambiti e i limiti d’azione, escludendo per esempio ( art. 5)  qualsiasi tornaconto economico per i membri e, soprattutto, ogni sconfinamento sul  terreno della politica. La richiamata legge stabilisce inoltre che qualsiasi organizzazione fondata sulla religione necessiti, per operare nel paese, di una previa autorizzazione  da richiedere ad un’apposita autorità, il Rwanda Governance Board- RBG. Secondo quanto riferito da un esponente del RGB al sito igihe.com, Jean Marie Vianney Bwenge, dall’entrata in vigore della legge, sono ben 405 le richieste pervenute da parte di altrettante organizzazioni. Finora sono state concesse 221 autorizzazioni ad altrettanti soggetti che rispondevano ai requisiti di legge. I dossier degli altri richiedenti sono ancora sotto esame. Va peraltro sottolineato che l’attivtà del RGB non si limita alla verifica dei requisiti per la concessione della “licenza” ad operare, ma  sovraintende in via continuativa all’attività delle diverse confessioni che sono altresì  tenute a relazionare RGB di quanto realizzato in corso d’anno oltre che presentare un rendiconto finanziario. Il proliferare di organizzazioni fondate sulla religione è un fenomeno piuttosto preoccupante, frutto spesso di iniziative di singoli pastori, prevalentemente in ambito protestante, che spesso si sottraggono ai propri obblighi costituendo comunità "personali" svincolate dalle rispettive gerarchie.Inutile nascondere che spesso per qualcuno la molla che li spinge al grande passo è l'irresistibile richiamo del risvolto economico  che potrebbe riservare la propria piccola chiesa, in barba al richiamato divieto di tornaconto economico previsto dall'art. 5 della legge. Ma su casi simili le autorità potrebbero avere gli strumenti per intervenire, anche perchè in passato non hanno nascosto di disapprovare certi stili di vita di pastori troppo attaccati al denaro. 

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