"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 8 ottobre 2013

Per non dimenticare la tragedia di Lampedusa


"Immigrazione, l'Africa ha perso la sua anima?" E’ questo il grido d’allarme lanciato dal settimanale economico finanziario panafricano  Les Afriques,  all’indomani della tragedia  di Lampedusa.  “E’ il momento per l'Africa di svegliarsi e di prendersi cura di questo problema, se non altro per motivi umanitari o per ragioni di dignità per salvare i propri giovani da una morte quasi certa”. Già in un apposito dossier intitolato “La strada della morte” il settimanale aveva affrontato ampiamente il problema richiamando  l'attenzione “dei responsabili politici africani sulla gravità del flagello e la necessità di una risposta urgente per eliminare questo problema che minaccia l'Africa e la sua giovinezza. Con questa ultima tragedia, i governi africani devono mostrarsi degni e affrontare la questione dell'immigrazione come una vera priorità africana”.
Indubbiamente un punto di vista spiazzante che sovverte molti dei giudizi che frettolosamente vengono di soliti rilasciati all’indomani di tragedie come quelle di Lampedusa.
Anche se il Rwanda non sembra grandemente coinvolto nel fenomeno migratorio, almeno sull’asse Africa-Europa, ci sembrava doveroso ricordare la tragedia di Lampedusa offrendo alcuni spunti di riflessione. Per cominciare segnaliamo la realistica analisi che, sul sito La bussola quotidiana, Mons. Luigi Negri, Arvivescovo di Ferrara e Comacchio,  fa del fenomeno migratorio in tutti suoi diversi aspetti e implicazioni, senza risparmiare giudizi piuttosto critici  ai diversi protagonisti; interessanti sono anche  tre articoli dell’africanista Anna Bono che sullo stesso sito prende in esame la situazione di Somalia ed Eritrea da dove proviene la gran parte dei richiedenti asilo politico che bussano alle porte dell’Europa e illustra le altre tratte che i profughi affrontano, in alternativa a quella classica che li porta in Libia, attraverso il golfo di Aden e attraverso il Sinai. Da ultimo riproponiamo le testimonianze di alcuni profughi  che dai paesi dell’Africa occidentali hanno tentato di entrare in Europa dalla Spagna. Pur essendo testimonianze datate ( erano apparse sulla rivista dell’Associazione Kwizera nel 2009 clicca qui) conservano tutta la loro drammatica attualità.

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