"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 24 marzo 2012

Giornata dei missionari martiri

Ricordare tutti i missionari e gli operatori pastorali che sono stati uccisi nel mondo versando il sangue per la causa del Vangelo. Questa l'intenzione della Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri - sono almeno 1.000 i missionari uccisi dal 1980 al 2011 - che raggiunge, quest'anno, il suo ventesimo traguardo. L'iniziativa è nata nel 1993 per l'impulso del Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie italiane (Pom) che scelse come data l'anniversario dell'assassinio di monsignor Oscar A. Romero, arcivescovo di San Salvador, avvenuto il 24 marzo 1980. Il tema scelto per questa ventesima Giornata dei missionari martiri, che si è ormai estesa a molte diocesi, realtà giovanili e missionarie, istituti religiosi dei diversi continenti, è "Amando fino alla fine". Si tratta di un motto che, spiegano gli organizzatori, "non vuole essere un lieto fine forzato che cancella la durezza della violenza o la tragedia di una vita spezzata drammaticamente, ma semplicemente dipinge gli ultimi istanti di coloro che, sull'esempio del Maestro, donano la vita, perdonando i loro carnefici".
L'Agenzia Fides, nel 1996, ricordando i missionari caduti, illustrava in questi termini la situazione del  Rwanda.
"Nel Rwanda, colpito da una immane tragedia, il numero delle vittime è tale da poter affermare senza dubbio che la Chiesa abbia subito un vero e proprio olocausto. Sono 248 le vittime tra il personale ecclesiastico, compresi una quindicina di morti in seguito a maltrattamenti, mancanze di cure mediche e gli scomparsi che non hanno più dato notizia di sé e quindi sono da considerare uccisi. Hanno perso la vita in Rwanda nel 1994: 3 vescovi e 103 sacerdoti (100 diocesani di tutte e 9 le diocesi del Paese e 3 padri Gesuiti), 47 fratelli di 7 istituti (29 Giuseppini, 2 Francescani, 6 Maristi, 4 fratelli della Santa Croce, 3 fratelli della Misericordia, 2 Benedettini e 1 fratello della Carità).Le 65 religiose appartenevano ad 11 istituti: 18 suore Benebikira, 13 suore del Buon Pastore, 11 suore Bizeramariya, 8 suore Benedettine, 6 suore dell’Assunzione, 2 suore della Carità di Namur, 2 domenicane Missionarie d’Africa, 2 figlie della Carità, 1 rispettivamente delle Ausiliatrici, di Notre Dame du Bon Conseil e delle Piccole sorelle di Gesù. Ad esse vanno aggiunte almeno 30 laiche di vita consacrata di 3 istituti (20 Ausiliarie dell’Apostolato, 8 dell’istituto “Vita et Pax” e 2 dell’istituto San Bonifacio).
(Agenzia Fides 7 febbraio 1996 )

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