"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 15 marzo 2012

Destinati alla chiusura i pochi orfanatrofi rwandesi esistenti

Il Rwanda si prepara a chiudere, nei prossimi anni, la maggior parte della trentina di  orfanotrofi esistenti nel paese. Il numero di queste istituzioni si era dilatato dopo il 1994, quando ai pochi orfanotrofi esistenti ne erano stati affiancati altri  per accogliere le migliaia di orfani che avevano perso i genitori nel corso degli eccidi di quel periodo. Ora, a diciotto anni da quei fatti, le autorità rwandesi sono intenzionate a smontare queste strutture che non hanno mai fatto parte  della cultura e della tradizione rwandese, in cui gli orfani sono sempre stati accolti dai parenti stretti o da altre famiglie della comunità di villaggio. Da qui in avanti, ormai esaurito il compito di portare alla maggior età gli orfani del 1994 e curare il loro avviamento alla vita autonoma attraverso la formazione tecnica e il sostegno all’avvio di attività autonome, si punterà più sull’affidamento degli orfani a famiglie a cui è stata fornita un’apposita formazione. Il primo orfanotrofio ad essere chiuso sarà uno operante alla periferia di Kigali che ospita, in un ambiente non propriamente ideale, una cinquantina di bambini. Anche il destino delle altre strutture è ormai segnato, perché, per stessa ammissione delle autorità, non in grado di garantire ai giovanissimi ospiti un ambiente di vita dignitoso, un reale percorso educativo, ma primariamente un sostegno affettivo che solo un nucleo familiare può offrire.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che alla fine il Governo cambierà idea, così come ha fatto con i Centri Nutrizionali che due anni fa dovevano essere aboliti perchè non più necessari in Rwanda. Sinceramente ancora oggi gli orfanotrofi presenti sul territorio sono pieni zeppi di bambini orfani, bambini molto spesso lasciati a morire nei boschi e recuperati da chi si occupa di questo problema. Ripeto, un film già visto: "in Rwanda i centri Nutrizionali non servono più perchè i bambini non muoiono più di fame"...peccato che anche quest'anno io abbia visto con i MIEI OCCHI molti bambini denutriti e molti malati di Marasma o Kwashorkor.
E' chiaro che ogni struttura che si occupa di accogliere i bambini debba avere requisiti igienici ed un controllo rigoroso riguardo il modo con cui i bambini vengono cresciuti e sono d'accordo con te quando scrivi che un ragazzo cresciuto in ambiente familiare non può che trarne giovamento...ma questo è sempre possibile?? Nel 90% dei casi purtroppo no.
Infine è giusto ricordare come la maggior parte delle strutture che si vogliono chiudere sia gestita finanziariamente in modo autonomo grazie agli aiuti che le associazioni di volontariato occidentale fanno arrivare sul posto.
Io vedo in queste decisioni molta ipocrisia e voglia di far vedere al mondo intero un paese ormai sviluppato, dove la gente sta bene...la realtà purtroppo è molto diversa.

mbg ha detto...

L'annuncio sull'intenzione governativa di chiudere i Centri nutrizionali mi era sinceramente sfuggita.Chissà se capiterà la stessa cosa sugli asili.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo, certi annunci lasciano l'amaro in bocca e fanno capire quanto la povera gente non sia minimamente nei pensieri di chi guida il paese.