"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 13 agosto 2010

A proposito di Batwa

Batwa della comunità di Kibali
Di recente l'agenzia Grands Lacs Syfia ha dedicato un articolo al ruolo che i batwa avrebbero assunto in occasione delle elezioni presidenziali rwandesi, parlando di una  prima volta in merito al coinvolgimento dei pigmei (meno del 2 % della popolazione)  nel momento elettorale. In precedenza, sottolinea l'articolista, i batwa erano indifferenti alle elezioni, perché esclusi dal resto della comunità rwandese che li considera "anomali" a causa del loro stile di vita. Questa volta  invece si sono decisi a partecipare alla fase preparatoria delle elezioni presidenziali imparando a  eseguire tutte le formalità in ordine al  voto.Il giorno delle elezioni , alcuni addirittura si sono prestati a svolgere le funzioni di   osservatori. A detta di diversi batwa interpellati c'è la speranza che questa elezione possa rivelarsi un  passo verso una maggiore integrazione. E a questo proposito hanno anche delle rivendicazione da avanzare al potere politico per essere trattatti come rwandesi a pieno titolo; chiedono  sostegno alle loro attività artigianali, corsi di formazione, accesso alla scuola anche a livello universitario per i loro figli, possibilità di recitare un proprio ruolo nelle strutture comunitarie locali. In una parola chiedono che cessi nei loro confronti  l'ostracismo a cui sono stati sottoposti, praticamente da sempre, dai loro stessi connazionali. Il rischio del razzismo, purtroppo, non è una prerogativa dei soli bazungu ma, come si vede, attecchisce a tutte le latitudini!

Anziana donna twa
Abbiamo avuto modo di sperimentare in prima persona i profondi pregiudizi con cui i batwa si devono misurare quando, uscendo dal chiuso delle comunità ove sono abituati a vivere fra di loro, vengono a contatto con il resto della comunità rwandese. In occasione della realizzazione da parte dell'Ass. Kwizera del villaggio per la comunità batwa di Kibali, 47 case per altrettante famiglie, (vedi video nell'apposita sezione del blog) pochi avrebbero scommesso sul buon uso che avrebbero fatto delle nuove case questi simpatici pigmei che in una precedente analoga esperienza avevano svenduto lamiere e infissi delle case ricevute.Invece, hanno preso possesso delle rispettive abitazioni conducendole con una certa cura. In altra occasione, non è stato facile convincere i nostri interlocutori rwandesi che un bambino twa, inserito nel progetto adozioni dell'Associazione, risultava il primo della sua classe in quanto a profitto scolastico; era per loro semplicemente impensabile un simile fatto. Ora invece facciamo una certa fatica a mettere in campo un progetto formativo per insegnare ai batwa di Kibali a coltivare i terrazzamenti, che sempre l'Ass. Kwizera ha realizzato attorno al villaggio, e ad allevare maiali e capre. Il commento è sempre lo stesso: è impossibile insegnare qualcosa ai batwa e ottenere che dagli stessi venga qualcosa di buono. Fa una certa meraviglia che simili atteggiamenti e riserve provengano da ambienti rwandesi, anche culturalmente di livello, anche se, indubbiamente, i simpatici pigmei ci mettano del proprio per meritarsi simili giudizi non propriamente lusinghieri.Non siamo così ciechi da non cogliere le difficoltà che s'incontrano quando ci si misura con una realtà tanto particolare come quella rappresentata dai batwa; tuttavia, ci è abbastanza chiaro come sia sempre rischioso approcciare in maniera pregiudiziale gli altri ritenendo "anomali" comportamenti, culture, stili di vita troppo diversi dai propri. Si può sempre rischiare di trovare qualcuno che lo pensi anche di noi, a tutti i livelli. A proposito poi dell'inabilità ad imparare, chi scrive all'inizio della propria carriera lavorativa si trovò appiccicata da un capo, un po' troppo sbrigativo nei giudizi e scarsamente disponibile a confrontarsi con gli altri, l'etichetta di "soggetto inabile ad essere istruito".La carriera professionale successiva ha fatto giustizia di quel (pre)giudizio dettato dall'autoconsiderazione e dall'arroganza di chi lo emise.

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