"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 4 settembre 2015

Migranti: se l’appello dei vescovi africani non passa sulla stampa cattolica italiana

Non ha certo avuto una larga eco sulla stampa cattolica italiana l'appello dei vescovi africani rivolto ai giovani del continente perché non si lasciassero " ingannare dall'illusione di lasciare i rispettivi Paesi alla ricerca di impieghi inesistenti in Europa e in America e...restasssero in Africa per costruire un continente migliore”, come riferito in un nostro precedente post. Un appello in netta controtendenza rispetto alla prevalente lettura che si fa del fenomeno migratorio su larga parte dei media italiani, soprattutto di area cattolica, dove prevale la linea dell'accoglienza senza se e senza ma.Il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, non ne ha dato notizia né nell’edizione cartacea del 25 agosto ( lo scopriamo solo ora al rientro da un soggiorno all’estero), né sul suo sito internet. Non potendo pensare a un "buco", rimediabile eventualmente il giorno dopo, dobbiamo ritenere di essere in presenza di una precisa scelta editoriale. Nel suo piccolo, anche Il Settimanale della diocesi di Como, solitamente molto attento a quanto succede in Africa,  non ha ritenuto meritevole, nel caso specifico, far conoscere la voce dell’episcopato africano ai propri lettori, come, peraltro, la gran parte dei settimanali diocesani che non hanno potuto attingere la notizia nell'agenzia  di riferimento (SIR). Forse nel timore di offrire uno spunto a favore dei sostenitori della politica dell’aiutiamoli a casa loro, il quotidiano cattolico italiano ha scelto volutamente di tenere all’oscuro i propri lettori di quale sia la posizione dei vescovi africani in merito al fenomeno migratorio, come se invece che con i pastori che vivono a stretto contato con  i drammi dei rispettivi popoli si avesse a che fare con l'opinione di un qualsiasi frequentatore di talk show. Continueranno così  a pensare, questi malcapitati lettori, che l’unica posizione che ha diritto di cittadinanza all’interno della comunità ecclesiale sia quella dettata dall’onnipresente e loquace segretario della CEI. D'altra parte,  se quegli ingenui vescovi africani si sono lanciati in un’imprudente  esternazione,  su cui sono andati prontamente a nozze i giornali di destra, qualcuno avrà pensato bene di porvi rimedio, come gli adulti sono soliti fare con le imperizie di qualche bambino pasticcione, mettendo la sordina a una simile imperdonabile gaffe. Un vero e proprio caso di sottile razzismo, prima ancora che di vera e propria censura.

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