"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 12 ottobre 2010

Nei villaggi rwandesi si diffondono gli impianti per la produzione di biogas

Più di 350 impianti di produzione di biogas ricavato dalla fermentazione di materia organica prodotta nelle stalle o in comunità ( scuole o campi militari) sono già stati installati in Rwanda. Il gas naturale prodotto in seguito ad un processo batterico di fermentazione anaerobica a 38°C della materia organica, composto dal 60-70% di metano (CH4), può fornire un’ottima fonte di energia elettrica e termica, mentre il residuo della fermentazione può essere reimpiegato come ottimo fertilizzante in agricoltura. Per incoraggiare gli agricoltori a costruire questi impianti, il National Domestic Biogas Program (NDBP) finanzia il 30 per cento della struttura di deposito a condizione che ci siano almeno due vacche allevate nelle stalle.L'obiettivo è quello di raggiungere l'installazione di almeno 5.000 unità entro la fine del 2012. Nel frattempo già sono in funzione grandi impianti in sei carceri rwandesi e sono stati avviati impianti pilota in tre grandi scuole del paese.
Il costo di costruzione di un impianto di sei metri cubi di gas, valido per le esigenze di una famiglia media di cinque persone, è di 800.000 franchi ruandesi (RWF, circa €1.000).Oltre al contributo statale c'è anche la possibilità di accedere a un prestito specifico delle Banche Popolari. Finora, in Rwanda il gas prodotto è stato prevalentemente usato in cucina in sostituzione della legna, anche per limitare il fenomeno del disboscamento, e per l’illuminazione con le apposite lampade a gas. In realtà, gli impianti di questo tipo possono anche alimentare elettrogeneratori o microturbine e produrre direttamente energia elettrica. Da noi il sistema è diffuso soprattutto nelle grandi fattorie della pianura Padana dove esistono impianti che producono energia elettrica direttamente immessa in rete. La realizzazione di un impianto della specie potrebbe sicuramente interessare la fattoria di Nyinawimana, piuttosto che quella più piccola di Nyagahanga, per non parlare della scuola dell’EFA con i suoi 600 studenti.

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