"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 20 aprile 2008

La fattoria dei tre terzi

Muhamed Yunus, Nobel per la Pace nel 2006, iniziatore con la sua Grameen Bank in Bangladesh della pratica del microcredito che tanto successo ha avuto in tutto il mondo, soprattutto tra i più poveri, nel suo libro Il banchiere dei poveri (ed. Feltrinelli ) racconta una sua esperienza molto interessante. Girando per le campagne del suo paese si era imbattuto, durante il periodo della siccità, in un pozzo abbandonato in mezzo ai campi deserti. Il motivo dell'abbandono risiedeva nel fatto che i contadini non riuscivano a mettersi d'accordo su chi dovesse pagare la tassa richiesta per avere il diritto a prelevare l'acqua, così si assisteva a un continuo deteriorasi delle stesse attrezzature dei pozzi e tutto intorno campi incolti. Yunus ebbe così l'idea di fondare un nuovo tipo di cooperativa agricola che chiamò la Fattoria dei tre terzi: i proprietari dei terreni mettevano a disposizione i terreni, i contadini avrebbero contribuito con il lavoro, mentre Yunus avrebbe coperto le spese. Al termine della stagione agricola il raccolto sarebbe stato diviso in parti uguali fra i proprietari, i contadini e chi aveva messo i capitali. L'iniziativa ebbe grande successo. A partire dalla stagione successiva là dove prima c'erano campi aridi per la siccità faceva la sua comparsa il verde delle coltivazioni.
Questo modello potrebbe trovare qualche applicazione anche nella realtà dei villaggi rwandesi sia mettendo a coltivazione diversi terreni tuttora incolti, magari proprietà delle parrocchie, e dall'altra riconoscendo il giusto peso a tutte le parti coinvolte nell'iniziativa.
E' poi così strano che chi ( per esempio le Associazioni che intervengono sul territorio) apporta i fondi per realizzare gli interventi di recupero dei terreni piuttosto che per l'acquisto delle sementi non debba partecipare a una quota parte del raccolto, naturalmente per reinvestirla, immediatamente dopo, in nuove iniziative a favore delle comunità locali?
Forse ne sortirebbe una gestione più attenta di ogni iniziativa, piccola o grande che sia, e un maggior coinvolgimento di chi presta la propria manodopera che vedrebbe valorizzato e concretamente premiato il proprio impegno.

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